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Alla ricerca di monete diverse?

Anche voi incuriositi da monete diverse?
Dai Cryptokitties?
Che cariniiiii!!!
Ok, poi?Lo so, lo so: devo studiare ancora. Ma la “blockchain” mi incuriosisce.
Sento che c’è qualcosa di interessante, annidata, nascosta, ancora da scoprire o inventare (magari, forse, probabilmente).Al momento ho capito (un po’) la tecnologia, ho scoperto che è un mondo con un valore del denaro diverso dal mio, che le potenzialità sono enormi e che non è facile capire quel 2% di progetti che potrebbero avere un senso(citando GaryVee che dice che il 98% dei progetti NFT sarà un fallimento… e lui è un ottimista) al netto della speculazione e di tutto ciò che si può già fare in altri modi.
Non avevo mai pensato, ad esempio, ai Bitcoin come alternativa ad un conto in banca per una donna Afgana il cui governo glielo impedisce (mentre, ammetto, avevo pensato potessero essere usati per nascondere ricchezza o ad usarla per comprare armi o simili da parte dell’élite Afgana e altri poteri forti “worldwide”). E anche se temo che una donna Afgana abbia, oggi, purtroppo, problemi ben più importanti del conto in banca, mi è sembrata una riflessioni interessante a proposito delle crypto.
Poi ci sono gli NFT che trovo ancora più curiosi.
Leggo, ascolto mille interviste che forse non capisco io, ma mi aspetto sempre quel qualcosa che poi… non trovo.Insomma i personaggini collezionabili li abbiamo già visti e personalissimamente non credo che la loro declinazione in ippopotami o simili aggiungano benessere al mondo.Così per l’arte che, nella mia ignoranza, è o bellezza o originalità: nel mondo NFT, con tutto rispetto, mi sembra che non parliamo di “Bello” mentre certamente c’è, effettivamente,  originalità: cioè, c’è stata. Adesso?
A livello di giochi invece, ok. I p2e (pay to earn) non sono il mio genere ma capisco che in effetti, su questo fronte, ci sono progetti che spaccano. Per tutto quello che è gioco d’azzardo, NFT, top.Mentre non riesco a comprendere affatto il loro uso a un fine di esclusività: perchè, ad esempio, trasformarli in costosissimi biglietti d’ingresso a un club, a un concerto o a una serata? In un primo momento può fare figo, ma, diciamocelo, fatto una volta il resto è noia. Se fossi ricco non avrei certo bisogno di un NFT per dimostrarlo e il club che mi ospita e che mi invita al party lo saprebbe. Dicono che poi quel biglietto acquista valore, ecc.. Non so, non credo sia tutto collezionabile. Insomma il primo evento, ok, quella cosa super mega esclusiva forse, ma davvero qualcuno sarebbe disposto a pagare tanti soldi per uno dei 40.000 biglietti di una partita di calcio del campionato di 5 anni prima? Poi a me fa strano un collezionare dove ciò che è unico è il certificato e non l’oggetto “contenuto” nel certificato: il “fetish” dov’è? Mi chiedo invece se la direzione, il senso di queste tecnologie, possa essere all’opposto e nella direzione della decentralizzazione, diffusione e condivisione di autorità.Penso cioè alla donna afgana più che all’elite, alla transnazionalità più che allo spirito di appartenenza ad un selezionatissimo e ricchissimo gruppo. Mi piace pensare che gli NFT possano essere una tecnologia da usare per la distribuzione (decentralizzazione) del potere più che ad appagare chi può permettersi di pagare un 100.000 per il disegno di un gattino.
Come?
Studio ancora!

P.S. cmq ma se qualcuno avesse qualche milioncino da investire in un progetto di “sad cow” da collezione sono a disposizione 🙂

P.P.S. se siete arrivati sin qui… nella foto una Spintria originale, un token “fungible” della Pompei di un paio di millenni fa:, potremmo chiamarla un “p4f” (pay for fun) e si acquistava al fine di ottenere quanto in essa rappresentato. L’imperatore non permetteva si usassero monete con la sua effige per questo scopo e qualcuno, che ad oggi ancora non si sa chi sia, ha realizzato un nuovo token.